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Effetti negativi dei campi elettromagnetici
Quali sono i rischi da esposizione ai campi elettromagnetici a bassa frequenza.
Non è facile addentrarsi nel tema degli effetti negativi causati sull’organismo dai campi elettromagnetici in quanto la cosiddetta rivoluzione tecnologica è ancora fenomeno relativamente giovane per consentire di raccogliere dati consistenti che forniscano uno scenario chiaro corredato da casistiche soddisfacenti. Allo stato attuale delle cose non è possibile ipotizzare precisi andamenti di queste influenze su quello che sarà, nel lungo termine, lo stato di salute delle generazioni a venire e di quelle native digitali già esistenti che, fin dal loro debutto nel mondo, si sono ritrovate immerse nell’oceano di onde emesse dalle varie sorgenti tipiche quotidiane: TV, satelliti, cellulari, microonde, radio FM, elettrodomestici, per non parlare di altre fonti quali tralicci dell’energia elettrica, ripetitori o altro. Le onde elettromagnetiche sono sostanzialmente di 2 tipi:
-radiazioni ionizzanti IR ad alta frequenza > 300 Ghz, alta energia e minima lunghezza d’onda (a questa categoria appartengono i raggi X e i raggi gamma); sono in grado di rompere i legami chimici delle molecole biologiche e di crearne altre, facendo incorrere nella formazione di gravi neoplasie.
-radiazioni non ionizzanti con frequenza < 300Ghz; queste radiazioni non rompono le molecole e a questa categoria appartengono anche le microonde MW, le radiofrequenze RF, le frequenze intermedie IF e le frequenza a bassa intensità ELF. Generalmente l’azione di queste radiazioni comporta oscillazione e aumento della temperatura: questo fenomeno lo si può ovviamente osservare nel funzionamento del forno a microonde, ma anche nell’uso prolungato di un telefono cellulare che si scalda durante il funzionamento e trasmette calore ai tessuti biologici tramite la vicinanza all’orecchio. Di per sé queste radiazioni non comportano danno alla salute, ma tutte quante generano un surriscaldamento nel corpo non percepibile dai sensi che sarà tanto maggiore quanto prolungata sarà l’esposizione alla sorgente. Organi particolarmente esposti a questo tipo di effetto risultano essere i testicoli e gli occhi. In questo caso si può parlare solo di “effetto biologico” senza prevederne le conseguenze. E’ stato sottolineato anche come preferibilmente i bambini sarebbero più soggetti a questi effetti.
Le onde a bassa frequenza sono caratterizzate da una percentuale di penetrazione piuttosto significativa ed inversamente proporzionale alla frequenza stessa. Questo è in assoluto l’aspetto che ci interessa di più, proprio perché ha un diretto collegamento con i principi di formazione dei domini di coerenza dell’acqua biologica, che come ricordiamo, sono indotti dall’azione di un campo elettromagnetico molto debole. Quando ci troviamo in presenza di onde ELF (da 0 a 3 KhZ), siamo perciò in presenza di onde fortemente penetranti. Normalmente questo tipo di onde risulta essere schermabile solo attraverso l’uso di materiali ferromagnetici, ma non essendo il tessuto biologico provvisto di questa composizione, non potrà opporre alcun tipo di barriera, men che meno potrà farlo qualora la propria coerenza fosse già stata compromessa per precedente danno del proprio campo elettromagnetico. Per questo è molto importante porre le condizioni per conservare il campo elettromagnetico dell’acqua biologica in uno stato di corretto funzionamento in modo tale da assicurare la maggiore coerenza possibile.
Generalmente, come manovra preventiva per evitare un eccesso di contaminazione da onde, viene suggerita quella di conservare una certa distanza minima da tutte le sorgenti con le quali entriamo in contatto nel corso della giornata, siano esse elettrodomestici, lampadine, Tv, radio, computer, microonde, router e cellulari. Come dato certo, allo stato attuale delle ricerche, è stato dimostrato un determinato effetto negativo orientato ad abbassare le difese del sistema immunitario tramite l’inibizione della sintesi di determinate proteine e altresì della secrezione di melatonina, con effetti di perturbazione del meccanismo sonno-veglia e diminuzione del ruolo di questa molecola in qualità di protettrice anticancro. Si tratta comunque di effetti che vengono a verificarsi durante il periodo di esposizione alla sorgente, per poi cessare. Tali precauzioni di “lontananza” assumono poi carattere di necessità nei soggetti portatori di pacemaker o altri apparecchi medicali che potrebbero subire interferenza dalle altre fonti.
Gli studi in merito all’influenza negativa dei campi elettromagnetici generati dalla tecnologia rimangono in costante sviluppo e particolarmente si sta indagando verso possibili collegamenti tra vari tipi di neoplasie fortemente aggressive. Da parte nostra auspichiamo che con l’apporto della ricerca scientifica anche in fase uguale ma contraria, vale a dire in direzione degli effetti benefici dei campi a bassa frequenza, si possa giungere a costituire quello che potrebbe essere un trait d’union significativo per rispondere ai molti enigmi attualmente rimasti ancora senza soluzione.