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ACQUA INFORMATA E OMEOPATIA.

Gli studi di Luc Montagnier: il DNA che informa l’acqua.

“La mia esperienza personale dimostra che la realtà è sempre maggiore dell’immaginazione. Se si arriva ad immaginare una cosa, vuol dire che la natura l’ha già fatta” (Luc Montagnier).

Per introdurre quelle che sono e sono state le ricerche di Luc Montagnier sulle capacità informative dell’acqua, potremmo usare un sottotitolo del tipo “Come riprodurre il DNA dalla sua immagine elettromagnetica impressa nell’acqua”, qualcosa che ci collega immediatamente ed istintivamente al mondo delle tecnologie informatiche riconducendoci ai files formato ISO, quel tipo di files che andiamo a ricreare ed utilizzare ogniqualvolta incorriamo nella necessità di ottenere una copia esatta di un DVD, cioè, a tutti gli effetti, di un suo clone. Luc Montagnier, medico virologo e biologo francese, Premio Nobel per la medicina nel 2008 per avere scoperto ed isolato nel 1983 il virus HIV, circa 15 anni fa, riprendendo e completando studi precedentemente iniziati da altri studiosi, decide di intraprendere la ricerca sulle capacità informative dell’acqua riferendola in particolare all’impronta lasciata dal DNA. Secondo Luc Montagnier, ad oggi sarebbero già stati identificati diversi segnali elettromagnetici rilevanti la presenza di gravi malattie degenerative come l’Alzheimer, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, etc. Eseguendo diversi anni or sono un esperimento in cui si evidenziava il ruolo di aiuto-killer dei micoplasmi – batteri particolarmente letali in condizioni di sistema immunitario depresso da Aids -, e rilevando alcune anomalie sui filtrati, Montagnier si accorse di come potesse esistere una memoria dell’acqua biologica nella quale il DNA di un virus o di un batterio erano stati in grado di imprimere dei segnali elettromagnetici. In altre parole, la sequenza del DNA interessato sarebbe stata in grado di indurre, in soluzioni acquose molto diluite e attraverso il fenomeno della risonanza, segnali elettromagnetici di bassa intensità, capaci di rimanere memorizzati. Alla luce di queste scoperte, come sarebbe possibile perciò oggi sfruttare queste informazioni? Qualora si riuscissero a leggere e tradurre questi codici, e secondo Montagnier lo si è già fatto nel caso delle malattie degenerative precedentemente citate, si potrebbe non solo effettuare una corretta e precoce diagnosi di molte malattie, ma soprattutto stabilire terapie adeguate, magari basate su eventuali correzioni degli stessi. Dalle riflessioni che scaturirono all’epoca in seguito all’osservazione di questi fenomeni, venne a nascere una collaborazione tra il gruppo di studio francese di medici e biologi capitanato da Montagnier e il gruppo di fisici italiani ormai indirizzati verso lo studio dei domini di coerenza dell’acqua, tra i quali Emilio del Giudice e Giuseppe Vitiello. Gli esperimenti condotti parallelamente da questi 2 gruppi di ricerca hanno avuto modo di dimostrare negli anni come, in presenza di determinati presupposti (condizione necessaria e sufficiente a questo proposito è la presenza nell’ambiente di rumore elettromagnetico) sia possibile trasferire informazioni di tipo biologico (e cioè in questo caso, lo stesso DNA) tra 2 provette contenenti acqua in assenza di contatto fisico. Durante l’esperimento e attraverso l’uso di determinati macchinari, è stato possibile registrare, a guisa di un qualunque file, il segnale elettromagnetico emesso dal DNA, inviarlo ad un altro laboratorio a centinaia di km di distanza e riprodurlo dentro un’altra provetta di acqua pura, potendo ritrovare il DNA riformato molecolarmente al 98% dentro la nuova provetta a partire dalle 18 ore successive. In seguito, l’esperimento è stato riprodotto in altri laboratori situati in differenti località fornendo così la prova scientifica della sua riproducibilità: secondo le affermazioni degli stessi conduttori dell’esperimento, si tratterebbe di una sorta di vero e proprio teletrasporto.

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